Tiola (Castello di Serravalle), "Casa Valle": la torre, lapide
Tiola (Castello di Serravalle), "Casa Valle": la torre, lapide
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FANT 1044
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Luogo della ripresa
Tiola (Castello di Serravalle)
Data della ripresa
1940
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
24x18
Misure negativo (in cm; hxb)
lastra 15x10; negativo 7x6
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Tiola (Castello di Serravalle), "Casa Valle": la torre, lapide
Bibliografia
Luigi Fantini, "Antichi edifici della montagna bolognese", Bologna, Alfa, 1971, vol. II/651, pag. 436.
Note
Tiola si trova ad un'altezza di 466 metri sul livello del mare, sulla strada che da Castelletto porta a Zocca.
E' conosciuta anche come la “città dei somari”.
Tiola è un pittoresco agglomerato di case al cui centro spiccano la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo e il campanile. Da questa altura si può godere di una spettacolare vista panoramica sulla pianura e sui calanchi circostanti.
Data la sua posizione strategica, nell’antichità fu contesa dai Bizantini e Longobardi; successivamente, nel Medioevo, entrò a far parte del contado Bolognese. Il castello di Tiola -che aveva una cinta muraria lunga 250 metri- viene nominato per la prima volta in un documento nel 1278, ma una fortificazione era probabilmente già esistente. Dai rilievi effettuati, il castello doveva essere di forma triangolare. Fu tra i pochi manieri ad essere impiegato fino alla metà del XVII secolo.
Sull’origine del nome di Tiola, esistono varie ipotesi. Il paese è stato chiamato e scritto in svariati modi, tra i quali: Tillola, Taoli, Tugoli, Tegulola e Tigliola. L’ipotesi più verosimile è che derivi dal latino tegula o tegulola. In effetti, attorno a Tiola sono stati ritrovati diversi mattoni romani, pertanto, è presumibile pensare che in questa zona, già in tale epoca, esistessero fornaci destinate alla produzione di materiali laterizi. Luigi Fantini scattò questa fotografia il 20 maggio 1940. Il soggetto è una lapide che si trova murata in uno dei più notevoli antichi edifici del borgo: la bella torre di casa "Valle", che risale al 1588. La trascrizione della lapide è la seguente: "D.O.M. DEIPARAEQ(ue) VIRGINI MARIAE / SEPTEM GAUDIOR(um) AEDICULAM HA(n)C / ADORA(n)DA(m) PIO LOCI BENEFACTORI / ANTONIUS FRANC(ciscus) DE BRATIOLIS / EREMITA HUMILITER EREXIT / UT SIBI ET SUCCESSIONI EREMITAR(um) / INSERVIRET ANNO SALUTIS / MDCLXXXIIII"
E' conosciuta anche come la “città dei somari”.
Tiola è un pittoresco agglomerato di case al cui centro spiccano la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo e il campanile. Da questa altura si può godere di una spettacolare vista panoramica sulla pianura e sui calanchi circostanti.
Data la sua posizione strategica, nell’antichità fu contesa dai Bizantini e Longobardi; successivamente, nel Medioevo, entrò a far parte del contado Bolognese. Il castello di Tiola -che aveva una cinta muraria lunga 250 metri- viene nominato per la prima volta in un documento nel 1278, ma una fortificazione era probabilmente già esistente. Dai rilievi effettuati, il castello doveva essere di forma triangolare. Fu tra i pochi manieri ad essere impiegato fino alla metà del XVII secolo.
Sull’origine del nome di Tiola, esistono varie ipotesi. Il paese è stato chiamato e scritto in svariati modi, tra i quali: Tillola, Taoli, Tugoli, Tegulola e Tigliola. L’ipotesi più verosimile è che derivi dal latino tegula o tegulola. In effetti, attorno a Tiola sono stati ritrovati diversi mattoni romani, pertanto, è presumibile pensare che in questa zona, già in tale epoca, esistessero fornaci destinate alla produzione di materiali laterizi. Luigi Fantini scattò questa fotografia il 20 maggio 1940. Il soggetto è una lapide che si trova murata in uno dei più notevoli antichi edifici del borgo: la bella torre di casa "Valle", che risale al 1588. La trascrizione della lapide è la seguente: "D.O.M. DEIPARAEQ(ue) VIRGINI MARIAE / SEPTEM GAUDIOR(um) AEDICULAM HA(n)C / ADORA(n)DA(m) PIO LOCI BENEFACTORI / ANTONIUS FRANC(ciscus) DE BRATIOLIS / EREMITA HUMILITER EREXIT / UT SIBI ET SUCCESSIONI EREMITAR(um) / INSERVIRET ANNO SALUTIS / MDCLXXXIIII"