Torino, Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna - Padiglione Aemilia Ars
Torino, Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna - Padiglione Aemilia Ars
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Luogo e anno di edizione
Torino, 1902
Stampatore
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Torino, Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna - Padiglione Aemilia Ars
Bibliografia
(1) https://it.wikipedia.org/wiki/Esposizione_internazionaled'arte_decorativa_moderna; (2) https ://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna
Note
Inaugurata grandiosamente presso il parco del Valentino ad aprile del 1902, in un clima di attesa febbrile e di intenso fermento culturale, l'Esposizione ebbe l'intento di presentare al pubblico italiano ed europeo il meglio della produzione internazionale nell'ambito dell'architettura, dell'arredamento e delle arti applicate. Rimase aperta fino al novembre dello stesso anno.
Frutto di un entusiastico lavoro di un gruppo di artisti torinesi, tra cui Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni, l'avvenimento rappresentò il culmine del successo nella breve ma gloriosa esperienza del Liberty italiano e torinese. Grazie anche al contributo di Raimondo D'Aronco, l'esposizione ebbe un notevole rilievo internazionale e vi si respirò un clima di spensieratezza e di fiducia nel progresso e nella modernità.
Purtroppo, le strutture fieristiche e i padiglioni degli stati partecipanti (Gran Bretagna, Germania, Francia, Belgio, Austria, Ungheria, Danimarca, Svezia, Stati Uniti e Giappone), realizzati in stile Liberty, vennero distrutti. A ricordarci l'allestimento rimangono alcune, peraltro rare, fotografie. Questa cartolina si riferisce alla Galleria della Sezione dell'Emilia e mostra, ben evidente, l'insegna dell'Aemilia Ars, fondata nel dicembre 1898 da un gruppo di nobili bolognesi, raccolti intorno ad Alfonso Rubbiani e al conte Francesco Cavazza. La società, che si ispirava all'esperienza inglese delle Arts and Crafts di William Morris, ottenne un grande successo. Nella sala decorata da Raffaele Faccioli, vennero molto ammirati i merletti, le rilegature in cuoio, le ceramiche, i ferri battuti, i gioielli. Allo stesso modo furono apprezzati i cartelloni di Marcello Dudovich e Gigino Bompard, gli ex libris di Alfredo Baruffi, le sculture di Giuseppe Romagnoli.
Si distinsero inoltre i cancelli in ferro di De Col, Tartarini e Casanova, eseguiti da fabbri artigiani quali Mingazzi e Maccaferri. I mobili invece furono giudicati troppo decorati.
La Società venne premiata con un diploma d'onore.
Quel momento vide i modelli di decorazione degli artisti bolognesi pubblicati da prestigiose riviste nazionali: ad esempio i pannelli di Achille Casanova e le vetrine di Alfredo Tartarini apparvero su "Arte italiana Decorativa e Industriale".
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Frutto di un entusiastico lavoro di un gruppo di artisti torinesi, tra cui Pietro Fenoglio e Gottardo Gussoni, l'avvenimento rappresentò il culmine del successo nella breve ma gloriosa esperienza del Liberty italiano e torinese. Grazie anche al contributo di Raimondo D'Aronco, l'esposizione ebbe un notevole rilievo internazionale e vi si respirò un clima di spensieratezza e di fiducia nel progresso e nella modernità.
Purtroppo, le strutture fieristiche e i padiglioni degli stati partecipanti (Gran Bretagna, Germania, Francia, Belgio, Austria, Ungheria, Danimarca, Svezia, Stati Uniti e Giappone), realizzati in stile Liberty, vennero distrutti. A ricordarci l'allestimento rimangono alcune, peraltro rare, fotografie. Questa cartolina si riferisce alla Galleria della Sezione dell'Emilia e mostra, ben evidente, l'insegna dell'Aemilia Ars, fondata nel dicembre 1898 da un gruppo di nobili bolognesi, raccolti intorno ad Alfonso Rubbiani e al conte Francesco Cavazza. La società, che si ispirava all'esperienza inglese delle Arts and Crafts di William Morris, ottenne un grande successo. Nella sala decorata da Raffaele Faccioli, vennero molto ammirati i merletti, le rilegature in cuoio, le ceramiche, i ferri battuti, i gioielli. Allo stesso modo furono apprezzati i cartelloni di Marcello Dudovich e Gigino Bompard, gli ex libris di Alfredo Baruffi, le sculture di Giuseppe Romagnoli.
Si distinsero inoltre i cancelli in ferro di De Col, Tartarini e Casanova, eseguiti da fabbri artigiani quali Mingazzi e Maccaferri. I mobili invece furono giudicati troppo decorati.
La Società venne premiata con un diploma d'onore.
Quel momento vide i modelli di decorazione degli artisti bolognesi pubblicati da prestigiose riviste nazionali: ad esempio i pannelli di Achille Casanova e le vetrine di Alfredo Tartarini apparvero su "Arte italiana Decorativa e Industriale".
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