Zola Predosa (BO), palazzo Theodoli-Braschi, già Albergati
Zola Predosa (BO), palazzo Theodoli-Braschi, già Albergati
Genera il pdfInventario
BRI / BO PROVINCIA 2531
Categoria:
Notizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Zola Predosa (BO)
Luogo e anno di edizione
S.l., s.d.
Data della ripresa
1879 post
Timbro di spedizione (Luogo e data)
(?), 8.8.196...
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,3x14,7
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata verso Capri. Il timbro di spedizione postale risulta illeggibile. Anche la data di compilazione risale ad un 4 agosto non meglio specificato.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Zola Predosa (BO), palazzo Theodoli-Braschi, già Albergati
Bibliografia
1) https://www.comune.zolapredosa.bo.it/;
Giampiero Cuppini - Anna Maria Matteucci, 2) "Ville del Bolognese", Bologna , Zanichelli, 1969, seconda edizione riveduta e ampliata, pag. 330; 3) cfr. in questo catalogo l'immagine FPL00587, scheda di Cinzia Frisoni.
Giampiero Cuppini - Anna Maria Matteucci, 2) "Ville del Bolognese", Bologna , Zanichelli, 1969, seconda edizione riveduta e ampliata, pag. 330; 3) cfr. in questo catalogo l'immagine FPL00587, scheda di Cinzia Frisoni.
Note
Zola Predosa è un moderno centro industriale e agricolo, posto a 12 Km di distanza dal centro di Bologna. Appartiene all'Area Metropolitana bolognese e confina con Bologna, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi, Monte San Pietro, Crespellano e Anzola Emilia. Il tessuto produttivo alimenta uno tra i più importanti distretti industriali della provincia di Bologna, sia per numero di aziende - molte delle quali sono protagoniste riconosciute sia sul mercato nazionale che su quello internazionale - sia per la qualità dei prodotti, in molti casi di alta tecnologia e specializzazione.
Molto articolato il tessuto sociale, con la presenza di una estesa gamma di soggetti rientranti nell'ambito associazionistico, nei diversi settori culturale, sociale, sportivo.
Palazzo AIbergati fu niziato nella seconda metà del XVII secolo su commissione di Girolamo Albergati Capacelli e contributi progettuali di Gian Giacomo Monti. L'edificio ha forma e dimensioni tali da costituire un punto di riferimento per tutto il territorio circostante. L'austerità dell'esterno contrasta con l'imprevedibile eleganza barocca dell'interno. I soffitti a volta sono stati affrescati con temi mitologici e rappresentano un momento importante della pittura emiliana fra Seicento e Settecento; gli autori sono Alboresi, Colonna, Burrini, Pesci, Valliani, Bigari e Orlandi. Visitato da moltissimi personaggi della politica e della cultura europea, nel Settecento le sue grandi sale furono utilizzate da Francesco Albergati, commediografo e attore, come teatro per musica e prosa.
Giunto fino a noi nell'integrità dell'assetto iniziale, è uno dei massimi esempi di architettura barocca in Italia ed è utilizzato oggi come sede di convegni, mostre, eventi musicali e teatrali. Il giardino-campagna che lo circonda è l'estensione degli spazi geometricamente delineati e preesistenti all'edificio delle cavedagne, dei fossi, e dei maceri e racconta della doppia funzione attribuita al palazzo: luogo di villeggiatura e di amministrazione della proprietà terriera. Il doppio viale di tigli che attualmente incornicia il giardino rivolto a Nord è di impianto moderno.
Nella cartolina l'edificio è indicato come Palazzo Theodoli-Braschi ed è comunque corretto. Gli Albergati lo vendettero ai Legnani e questi ultimi nel 1853 lo cedettero al marchese Pietro Zambeccari. Circa venti anni dopo i suoi eredi lo vendettero al genovese Angelo Emanuele Calcagno, la cui unica figlia sposò il duca Romualdo Braschi Onesti di Roma. Dai Braschi passò successivamente ai Theodoli.
Molto articolato il tessuto sociale, con la presenza di una estesa gamma di soggetti rientranti nell'ambito associazionistico, nei diversi settori culturale, sociale, sportivo.
Palazzo AIbergati fu niziato nella seconda metà del XVII secolo su commissione di Girolamo Albergati Capacelli e contributi progettuali di Gian Giacomo Monti. L'edificio ha forma e dimensioni tali da costituire un punto di riferimento per tutto il territorio circostante. L'austerità dell'esterno contrasta con l'imprevedibile eleganza barocca dell'interno. I soffitti a volta sono stati affrescati con temi mitologici e rappresentano un momento importante della pittura emiliana fra Seicento e Settecento; gli autori sono Alboresi, Colonna, Burrini, Pesci, Valliani, Bigari e Orlandi. Visitato da moltissimi personaggi della politica e della cultura europea, nel Settecento le sue grandi sale furono utilizzate da Francesco Albergati, commediografo e attore, come teatro per musica e prosa.
Giunto fino a noi nell'integrità dell'assetto iniziale, è uno dei massimi esempi di architettura barocca in Italia ed è utilizzato oggi come sede di convegni, mostre, eventi musicali e teatrali. Il giardino-campagna che lo circonda è l'estensione degli spazi geometricamente delineati e preesistenti all'edificio delle cavedagne, dei fossi, e dei maceri e racconta della doppia funzione attribuita al palazzo: luogo di villeggiatura e di amministrazione della proprietà terriera. Il doppio viale di tigli che attualmente incornicia il giardino rivolto a Nord è di impianto moderno.
Nella cartolina l'edificio è indicato come Palazzo Theodoli-Braschi ed è comunque corretto. Gli Albergati lo vendettero ai Legnani e questi ultimi nel 1853 lo cedettero al marchese Pietro Zambeccari. Circa venti anni dopo i suoi eredi lo vendettero al genovese Angelo Emanuele Calcagno, la cui unica figlia sposò il duca Romualdo Braschi Onesti di Roma. Dai Braschi passò successivamente ai Theodoli.