Collezione Matteuzzi

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La raccolta venne costituita da Francesco Matteuzzi di Gio. Battista per auto-documentazione, per avere memoria dei rivolgimenti politici in corso nell’età di Pio IX (anni 1846-1869), raccogliendo il materiale più disparato, sia a stampa (volantini, manifesti, fascicoli di periodici), sia manoscritti (normalmente non in originale, ma in trascrizione).

Essendo impiegato presso la Congregazione Consultiva della Curia Arcivescovile di Bologna, probabilmente alle dipendenze dell’influente Uditore monsignor prof. avv. Vincenzo Todeschi (1802-1888), Matteuzzi era nella situazione migliore per intercettare tale tipologia di materiali.

Risale probabilmente allo stesso Matteuzzi la numerazione delle varie unità documentarie, raggruppate in fascicoli,  e la loro indicizzazione.

Per consultare la tabella con la trascrizione degli indici autografi di Matteuzzi clicca qui.

La collezione Matteuzzi confluì nella raccolta di Raimondo Ambrosini (1855-1914), infaticabile raccoglitore di memorie patrie bolognesi, che la condizionò in quattro faldoni con etichetta “Collezione Mattiussi” e la sottopose ad un intervento di catalogazione redigendo schedine di cartoncino intestate “Biblioteca Ambrosini”, riportanti il timbro “Collezione Matteussi” e con segnature di collocazione a matita che vanno da “Q.VII.6 op. 1” a “Q.VII.9.18”.

Per consultare le schedine catalografiche autografe di Ambrosini clicca qui.