Vittore Grubicy de Dragon

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Vittore Grubicy de Dragon

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Inventario
Testoni, serie 35, unità 0963
Autore

Notizie storico artistiche

Datazione
Serie
35 - Fotografie di attori e altre personalità
Supporto
cartaceo
Orientamento
verticale
Consistenza
1 pezzo
Misure immagine (in cm; hxb)
13,5x8,5
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Nell'angolo inferiore destro del recto si legge: "Il pittore Grubicy". Sul verso i dati della spedizione e il destinatario, rispettivamente Milano, 16.10.1917 e Alfredo Testoni. La cartolina fu rimandata da Bologna a Fiorano Modenese. Il messaggio di De Grubicy recita: "Le sono grato dell'idea di arricchire il piccolo mondo in cui vivo racchiuso colla mia arte (mi pare d'essere un baco che fila il suo bozzolo...) colla sua immagine buona. Stretta di mano ed auguri [...] prossimi eventi dal suo V. Grubicy". Compare la numerazione 8/71.
Descrizione
Positivo b/n stampato in formato cartolina postale
Bibliografia
D. Amadei e V. Coen, cit.
Note
Vittore Grubicy de Dragon (Milano,1851 – 1920) fu pittore, incisore e critico d'arte appartenente alla corrente conosciuta come "Divisionismo". Figlio di un nobile ungherese e di una gentildonna lodigiana, iniziò molto giovane a frequentare gli ambienti artistici milanesi e a viaggiare in Europa. Insieme al fratello Alberto intraprese -a partire dal 1870- l'attività di mediatore d'arte in Inghilterra. Il loro scopo principale era la promozione degli artisti italiani contemporanei, soprattutto di quelli appartenenti al movimento della "Scapigliatura". La sua carriera di artista era iniziata parallelamente a quella di pubblicista su riviste quali "La Riforma", "La Critica d'Arte" e "L'Idea Liberale" tra le cui pagine si dedicò alla promozione del movimento. Dal 1893 iniziò a sperimentare le tecniche del "Divisionismo" anche sull'acquaforte e nel 1894 espose per la prima volta. Nel frattempo iniziò l'insorgere di gravi disturbi al sistema nervoso, che gli impedirono gradualmente di continuare l'attività facendolo rinunciare definitivamente a partire dal 1900. I suoi ultimi anni di vita si svolsero nei luoghi da lui più amati, quali Miazzina e il lago di Lecco. Pur avendo abbandonato l'attività pratica non si allontanò definitivamente dal mondo dell'arte e riprese la promozione di nuovi giovani emergenti come Carlo Carrà, Pietro Angelini e Arturo Tosi. Pietro Angelini fu il suo allievo prediletto e alla morte del maestro, avvenuta nella sua casa di Milano nel 1920, fu uno dei suoi esecutori testamentari insieme ad Arturo Toscanini, Arturo Tosi e Benvenuto Benvenuti
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